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Legge di Bilancio, scontro in Parlamento: opposizioni chiedono modifiche su sanità e stipendi

13/11/2025 13:39

Isaco Praxolu

Politica, Primo Piano, politica, governo, bilancio2026, parlamento,

Legge di Bilancio, scontro in Parlamento: opposizioni chiedono modifiche su sanità e stipendi

Prime tensioni durante la discussione generale: Governo difende la manovra, mentre sindacati e opposizioni denunciano “tagli mascherati”.

La discussione sulla Legge di Bilancio 2026 è entrata nel vivo ieri, 12 novembre 2025, con una giornata di tensione politica e proteste fuori da Montecitorio.
Il Governo ha difeso la sua manovra da 24 miliardi, definendola “realistica, solida e orientata alla crescita”, mentre le opposizioni l’hanno giudicata “socialmente ingiusta e troppo carente sul fronte dei servizi essenziali”.

Nel mirino soprattutto tre punti: il rifinanziamento della sanità, i fondi per la scuola e l’aumento della spesa per la difesa.
La maggioranza ha spiegato che la manovra prevede un incremento di 2,8 miliardi per il Servizio Sanitario Nazionale, con priorità a liste d’attesa e medicina territoriale.
Le opposizioni replicano che tale cifra “non copre neppure l’aumento dell’inflazione e dei costi del personale”.

Fuori dal Parlamento, circa 2.000 manifestanti sostenuti da sigle sindacali hanno chiesto “investimenti veri” sugli stipendi pubblici, sottolineando che i rinnovi contrattuali per scuola, sanità e PA sono in ritardo.
Secondo CGIL, CISL e UIL — ieri riunite in conferenza stampa — la manovra rischia di lasciare milioni di lavoratori con stipendi inferiori al costo della vita.

Il ministro dell’Economia ha replicato in Aula evidenziando che “meglio una manovra prudente che non espone il Paese ai rischi finanziari”.
Ha ricordato che l’Italia resta osservata speciale della Commissione Europea e che il debito pubblico deve rientrare gradualmente entro il 2028 per evitare procedure correttive.

Il tema più controverso resta la spesa militare: l’Italia prevede un aumento di 1,2 miliardi nel 2026 per adeguarsi agli impegni NATO.
La sinistra parla di “scelta sbagliata mentre i servizi pubblici crollano”, mentre il Governo ribatte che “la sicurezza nazionale è parte della stabilità economica”.

La discussione generale proseguirà oggi con nuove audizioni, mentre gli emendamenti saranno presentati entro venerdì.
I sindacati hanno già annunciato una mobilitazione nazionale per il 28 novembre, definita “il primo passo verso uno sciopero generale”.

Secondo alcuni analisti politici, il confronto tra Governo e opposizioni rischia di irrigidirsi ulteriormente se non verranno trovati margini di trattativa su scuola e sanità.