Si riaccende il dibattito sulla riforma elettorale: ieri la Commissione Affari Costituzionali della Camera ha avviato l’esame di tre proposte di legge per riscrivere le regole del voto.
La maggioranza punta a un sistema proporzionale con soglia di sbarramento al 4 %, mentre alcune forze di opposizione chiedono il ritorno al doppio turno di collegio.
Il ministro per le Riforme, Elena Guidi, ha spiegato che “l’obiettivo è garantire rappresentanza ma anche governabilità”.
Il premier Valenti ha lasciato intendere che la riforma non sarà approvata prima della primavera 2026, ma ha chiesto “un patto di responsabilità” per evitare stalli istituzionali.
Nel centrosinistra, le posizioni restano divise: il Partito Democratico chiede un sistema proporzionale puro, mentre il Movimento 5 Stelle spinge per un modello francese con doppio turno di ballottaggio.
Dalle forze di centro arrivano proposte per un sistema misto, 60 % proporzionale e 40 % maggioritario.
L’Associazione Italiana di Scienza Politica avverte che “un ritorno al doppio turno aumenterebbe la stabilità ma ridurrebbe la rappresentanza dei partiti minori”.
Il dibattito continuerà oggi in Aula, con audizioni di costituzionalisti e presidenti di regione.
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