def_d news (inserzione per linkedin con un'unica immagine)

facebook
instagram

TerraMedia Project 2025

Palermo, maxi operazione antimafia: sequestrate 62 attività commerciali legate ai clan

13/11/2025 13:29

Isaco Praxolu

Cronaca, Primo Piano,

Palermo, maxi operazione antimafia: sequestrate 62 attività commerciali legate ai clan

La DIA colpisce l’economia sommersa controllata da Cosa Nostra: scoperte estorsioni, prestiti usurai e reinvestimenti in ristoranti e imprese edili.

Una delle più grandi operazioni antimafia degli ultimi anni è stata eseguita ieri, 12 novembre 2025, tra Palermo, Trapani e Caltanissetta. La Direzione Investigativa Antimafia ha sequestrato 62 attività commerciali, 14 immobili e beni per un valore complessivo di 78 milioni di euro riconducibili ai mandamenti mafiosi di Brancaccio, San Lorenzo e Partinico.

L’operazione, denominata “Perimetro”, nasce da indagini durate tre anni in cui la DIA ha monitorato movimenti finanziari, prestanome, trasferimenti di fondi attraverso società di comodo e attività di estorsione ai danni di piccoli commercianti.
Secondo gli investigatori, i clan avrebbero riciclato denaro proveniente da traffico di droga, scommesse illegali e racket, reinvestendolo soprattutto in ristoranti, bar, agenzie di noleggio auto e imprese edili.

L’inchiesta ha portato anche all’arresto di 22 persone, tra cui due imprenditori molto noti nel settore edilizio palermitano, accusati di essere “imprenditori-sanitari” dei clan, cioè figure apparentemente rispettabili che fornivano copertura economica agli affari della cosca.

Decisivi per l’indagine sono stati gli interrogatori di alcuni commercianti che hanno denunciato di essere da anni costretti a versare somme mensili comprese tra i 300 e i 1.500 euro per evitare ritorsioni. La DIA ha documentato diversi episodi di intimidazione, tra cui minacce, incendi dolosi e danneggiamenti alle vetrate di esercizi commerciali della zona di via Oreto e corso dei Mille.

Molti dei beni sequestrati erano intestati a parenti e soci compiacenti, alcuni dei quali avevano dichiarato redditi annui incompatibili con il patrimonio posseduto.
Gli investigatori hanno scoperto anche un sofisticato sistema di fatture false, utilizzato per giustificare spese fittizie e trasferire denaro verso società controllate dai clan in Germania e Belgio.

Secondo la DIA, i clan palermitani stavano tentando di ricostruire un vero e proprio “ufficio finanziario” della mafia, con esperti contabili, avvocati e consulenti informatici.
Gli inquirenti hanno parlato di un “livello di organizzazione economico-imprenditoriale paragonabile a quello dei cartelli criminali internazionali”.

Il questore di Palermo ha dichiarato che l’operazione “colpisce il cuore degli affari economici della mafia”, sottolineando che “oggi la criminalità organizzata non punta solo al controllo del territorio, ma soprattutto ai profitti degli investimenti mascherati dietro attività apparentemente legali”.

La Procura ha annunciato che verrà chiesto il sequestro definitivo dei beni e che verranno avviate procedure per l’assegnazione di alcune attività allo Stato o alle cooperative sociali.
Uno dei ristoranti sequestrati, situato nel centro storico, aveva un fatturato dichiarato di appena 40.000 euro l’anno, ma nelle intercettazioni venivano citati incassi reali superiori ai 300.000 euro.

I magistrati hanno evidenziato come, in molti quartieri della città, la presenza mafiosa continui a condizionare l’economia attraverso un abusivismo organizzato che penalizza gli imprenditori onesti.
La DIA ha già annunciato nuove verifiche in altre province siciliane per valutare eventuali estensioni della rete criminale.