Durante l’udienza generale in piazza San Pietro, Papa Leone ha rivolto uno dei suoi appelli più forti dall’inizio del conflitto. “Serve un cessate il fuoco immediato. Gli ostaggi vanno liberati. Gli aiuti devono entrare senza ostacoli. Non possiamo restare indifferenti davanti al massacro di innocenti”, ha dichiarato con tono grave.
Le parole del pontefice sono arrivate poche ore dopo la pubblicazione dei dati ONU sulla carestia e nel giorno in cui l’IDF annunciava nuovi raid a Gaza City.
Un tempismo che conferma il ruolo del Vaticano come voce morale in un conflitto in cui la diplomazia politica appare paralizzata.
Papa Leo ha poi richiamato il diritto internazionale, condannando punizioni collettive e deportazioni forzate: “La guerra non può trasformarsi in vendetta. Chi colpisce civili e ospedali si rende responsabile davanti a Dio e alla storia”.
Il messaggio non è passato inosservato: la Santa Sede intensifica i contatti con Ankara, Doha e Bruxelles per promuovere un canale umanitario sicuro. Un ruolo discreto, ma cruciale, che mostra come la voce del Vaticano, in un’epoca di diplomazia fragile, possa ancora rappresentare un punto di riferimento globale.