Nella mattinata di ieri, 11 novembre 2025, un vasto blackout ha interessato diverse regioni del Centro-Nord, lasciando senza elettricità milioni di cittadini tra Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e parte del Piemonte.
Secondo le prime informazioni diffuse da Terna, la causa principale sarebbe un malfunzionamento in una sottostazione ad alta tensione nei pressi di Reggio Emilia che avrebbe generato un effetto domino sulla rete di distribuzione nazionale.
L’interruzione ha avuto inizio poco dopo le 9.15 e si è protratta per circa due ore, fino al completo ripristino alle 11.30. Le conseguenze sono state immediate: treni fermi tra Milano e Bologna, metropolitane e semafori fuori uso, aziende costrette a sospendere la produzione e cittadini bloccati negli ascensori.
A Milano diversi ospedali hanno dovuto ricorrere ai generatori di emergenza; il Policlinico ha segnalato brevi difficoltà nelle sale operatorie, senza danni per i pazienti.
Le autorità regionali hanno attivato i centri di coordinamento per la sicurezza. Il ministro dell’Ambiente e dell’Energia, Chiara Fronti, ha parlato di “un evento eccezionale” ma ha annunciato un’indagine interna su possibili carenze di manutenzione.
“Non possiamo permettere che un singolo guasto metta in crisi l’intero sistema nazionale”, ha dichiarato in conferenza stampa serale.
Le aziende elettriche coinvolte, tra cui Enel e Hera, hanno già avviato controlli su oltre 120 chilometri di linee ad alta tensione. Le prime ipotesi escludono un attacco informatico, ma non è ancora chiaro se l’incidente sia stato innescato da un errore umano o da un surriscaldamento dei trasformatori.
Intanto sui social si è diffuso l’hashtag #BlackoutNord, con migliaia di testimonianze e video di città improvvisamente spente. Alcune zone rurali dell’Appennino emiliano hanno riavuto la corrente solo nel tardo pomeriggio.
Secondo Terna, il blackout di ieri è stato “il più esteso dal 2003”, ma il sistema “ha retto grazie agli automatismi di sicurezza”. Gli esperti sottolineano che episodi simili potranno aumentare con la crescita dei consumi e l’impatto climatico sulle infrastrutture.
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