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Attentato sventato a Viterbo? Due arresti e misure straordinarie alla festa di Santa Rosa

04/09/2025 10:13

redazione

Cronaca, Primo Piano,

Attentato sventato a Viterbo? Due arresti e misure straordinarie alla festa di Santa Rosa

Un possibile attacco terroristico sarebbe stato sventato in extremis durante la tradizionale processione della Macchina di Santa Rosa

Un possibile attacco terroristico sarebbe stato sventato in extremis durante la tradizionale processione della Macchina di Santa Rosa, il monumento religioso che ogni 3 settembre viene sollevato dai facchini e trasportato per le vie della città. Due uomini di origine turca sono stati arrestati dalla Digos a poche ore dal corteo, trovati in possesso di armi da guerra. L’evento, che si svolge solitamente al buio, si è tenuto in parte con luci accese—una rottura della tradizione, ma resa necessaria dalle dinamiche dell’emergenza.

 

Il ritrovamento dell’arsenale e i sospetti

I due sospettati, fermati in un B&B nel centro storico, erano armati con un mitra, pistole, caricatori, munizioni e, secondo alcune fonti, componenti potenzialmente riconducibili a ordigni esplosivi. L’obiettivo potrebbe essere stata la folla o la stessa torre portata in processione.

 

Allarme sicurezza e misure straordinarie

Sul percorso della processione sono stati dispiegati reparti speciali, tra cui i Nocs, unità cinofile antisabotaggio, cecchini e operatori in borghese. Per vigilare sulla sicurezza, parte del tragitto è stata illuminata, in deroga al rituale tradizionale, per garantire maggiore visibilità in caso di emergenza. L'iniziativa ha scatenato reazioni contrastanti tra i cittadini: da un lato, sconcerto per la violazione simbolica della tradizione; dall'altro, comprensione per la necessità di tutela.

 

Coinvolgimento politico e contesto criminale

Tra i presenti alla processione anche personalità politiche: il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro della Cultura Alessandro Giuli e altri esponenti istituzionali, poi allontanati per ragioni di sicurezza. Le indagini ipotizzano legami dei due arrestati con la criminalità organizzata turca, in particolare con il boss Baris Boyun; uno dei tre membri della presunta cellula sarebbe riuscito a fuggire.